L’orfanotrofio di Lubecca di Kuehl


Le grandi finestre sul giardino fiorito immettono una luce quieta nella sala comune del più antico orfanotrofio di Lubecca. Sul lungo tavolo in tralice i ragazzi più grandi leggono, giocano a scacchi o scrivono e disegnano. Metà stanza per i maschi, biondi coi capelli corti, con la divisa blu; metà stanza per due ragazze, bionde con lo chignon, in abiti aranciati con il grembiule blu.

In questo silenzio operoso, noi siamo seduti accanto alla natura morta in primo piano a destra, al posto della sorvegliante che presiede a questa calma ovattata e imposta. Sul muro di fondo, gli strumenti di lavoro che attendo il loro futuro.

Oltre la porta, nell’altra stanza, c’è più movimento: un bambinetto irrequieto si arrampica indisturbato su un armadio. Nelle zone di confine spesso si allenta la disciplina.

Gotthardt Kuehl (Lubecca, 28 novembre 1850 – Dresda, 9 gennaio 1915), L’orfanotrofio di Lubecca, 1894, Museum für Kunst und Kulturgeschichte, Lubecca


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