Sant’Antonio da Padova è una delle più importanti figure della spiritualità francescana.
Battezzato Fernando a Lisbona nel 1195, apparteneva a una famiglia nobile e ricca. Contro ogni previsione, a quindici anni prende i voti e sul modello di Sant’Agostino studia teologia. Insoddisfatto della vita conventuale, nel 1220 diventa francescano e prende il nome di Antonio.
Inizia a predicare sull’esempio di S. Francesco e parte come missionario per l’Africa, dove non arriverà mai. Durante la traversata si ammala di malaria e la nave naufraga in Sicilia.
Guarito, si reca ad Assisi ad ascoltare le predicazioni di S. Francesco, che lo invita a trascorre un periodo lungo in preghiera nell’eremo di Montepaolo, a Forlì. Dopo tale esperienza, inizia a predicare su mandato dello stesso San Francesco.
Viaggia in Emilia-Romagna, in Toscana, in Francia.
Dopo la more di San Francesco, nel 1226, Antonio diventa la guida dell’Ordine. Si stabilisce definitivamente a Padova, apre nuovi conventi e predica. Muore a Padova il 13 giugno 1231 a 36 anni.
El Greco sceglie un’inquadratura ravvicinata e monumentale della mezza figura, racchiusa in un saio ampio a falde larghe. Il Santo è un uomo maturo barbuto, con il viso affilato e scavato posto semi di profilo. Il volto, intenso e malinconico, ai limiti della sofferenza, è ipotizzabile che possa essere un ritratto, forse di un committente.
L’opera si presenta come un monocromo orchestrato sui toni dei grigi e delle terre: unici guizzi sono il bianco del giglio in mano e del libro aperto. Il medaglione rivela una miracolosa apparizione di Gesù Bambino.
La tela era conservata nel convento delle suore francescane di Los Ángeles, a Madrid, le quali erano particolarmente devote a Bambino Gesù.
El Greco (Domínikos Theotokópoulos 1541-1614), Sant’Antonio da Padova, 1580, Museo del Prado

