Adorazione dei Magi di Velázquez


Secondo lo storico Gàllego, Diego Velázquez dipinse questa “Adorazione dei Magi” quando aveva vent’anni. Si era sposato da circa un anno con Juana, la figlia del suo maestro, il pittore Pacheco, e nel maggio 1619 era nata sua figlia Francisca. Per la realizzazione di quest’opera coinvolse tutta la famiglia: la moglie impersonò la Vergine, la figlia in luogo del Bambino, e per i Magi posarono il suocero Pacheco, lo stesso pittore e un suo fratello (o un servitore).

Ispirato alla lezione di Caravaggio e dagli scritti di Sant’ Ignazio di Loyola, Velàzquez inscena un’adorazione pauperistica, disadorna in aperto contrasto con l’usuale opulenza del tema. Maria è una bellezza semplice, paesana e verace, che ostende il Bambino con mani forti e rustiche; il Bambino è avvolto in ruvide bende come un qualsiasi neonato povero del tempo; il profilo di Giuseppe s’inserisce discreto nella scena, osservatore sempre defilato.

I Magi sono abbigliati in modo semplice, con un’unica nota di eleganza nel colletto con merletto di Baldassarre. L’oro è riservato alle sole coppe che contengono i doni.

Una sacralità umile e vera pervade la scena che è illuminata dalla luce delle torce, che si riverberano su tutto il primo piano, e dal chiarore dell’alba lontana che profila il monte all’orizzonte.

Diego Velázquez (1599-1660), Adorazione dei Magi, 1619, olio su tela, Madrid, Museo del Prado


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