Auguri di Buon Natale


Ovunque si innalzavano canti e lodi […]
Giorno di giubilo, giorno di gaudio,
Nato è il Signore, il fanciullo divino,
nella stalla di Betlemme.

(R. Schneider, Le voci del mondo, 1996)

E’ giunta dall’Oriente una grandiosa e variopinta carovana, di uomini cavalli e cammelli. Sullo sfondo, ritagliato tra il cielo velato e scuro e i resti della capanna, si assiepano i curiosi, paggi e mercanti, dignitari e servi, dagli abiti con fogge eccentriche e colorate. Sono giunti i Re magi dall’Oriente.

Gasparre, il più anziano, vestito di ricco broccato giallo, è inginocchiato davanti a quel Bambino, fragile e potente. Ha deposto il suo cofanetto con la preziosa mirra e bacia il piedino dell’infante in segno di devozione. La Vergine, d’azzurro e rosa abbigliata, amministra il cerimoniale del tributo al proprio figlio con severa dignità, mentre Giuseppe pensoso osserva a lato, forse ancora incredulo di tanta fama. Melchiorre, vestito di rosso fiammante, attende il suo turno, quasi impaziente, al centro della scena con il mano il cofanetto dell’incenso. Baldassarre, il giovane africano, vestito di velluto verde e di ermellino, si piega in un leggero inchino mostrando il cofanetto dell’oro.

La luce in alto filtra e celebra il mistero della venuta del Signore, nella gloria degli angeli e nella danza di cherubini. La scena evangelica presenta un’intonazione profana nell’esaltazione della bellezza dei tessuti preziosi e dei colori sgargianti. Armigeri e paggi affaccendati rendono la scena una gustosa piéce di teatro, perfetta come una sacra rappresentazione tardo cinquecentesca.

Il talento di Paolo Caliari rende omaggio alla professione del committente vicentino dell’opera, Marcantonio Cogollo, commerciante di stoffe, riconosciuto alternativamente nei panni del magio Melchiorre – al centro della scena – o nell’uomo con lunga barba a sinistra, defilato dietro Baldassarre.

Paolo Caliari detto il Veronese, Adorazione dei Magi, 1578, Chiesa di Santa Corona, Vicenza.


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