Al circo Fernando di Toulouse-Lautrec


A Parigi il circo Medrano e il circo Fernando erano due attrazioni popolari e frequentate da molti artisti. Clown, ballerini e acrobati e la vita circense erano spesso rappresentate sui giornali dell’epoca, quindi erano divenuti un repertorio iconografico consueto della modernità. Toulouse-Lautrec non si nega il piacere del circo e lo ritrae dal vero, con pochissimi schizzi, per poi tornare in studio e studiare una composizione ad effetto.

Impettito, con frusta in mano, il famoso direttore di pista Monsieur Loyal. La cavallerizza si volta per un ultima occhiata, prima di saltare attraverso il cerchio di carta tenuto dal pagliaccio che si intravede sullo sfondo. Le figure sono tracciate con disegno rapido, nervoso, brillanti a chiazze colorate acide e dissonanti.

E’ probabile che Suzanne Valadon abbia posato per la figura della cavallerizza, lei che aveva esordito come trapezista, e che aveva abbandonato il mondo del circo a seguito di un incidente in età adolescenziale. Bella, ribelle, con i capelli rossi Suzanne Valadon era diventata una modella di molti artisti, tra i più noti, Renoir e Toulouse-Lautrec. Era poi divenuta una pittrice, dal piglio personale di stampo espressionista, sempre al centro della mondanità parigina per la sua vita bohémienne. Suo figlio è stato il pittore Maurice Utrillo.

L’opera è all’avanguardia per il taglio compositivo obliquo di chiara influenza giapponese; è un tributo al compianto Manet, con la citazione della figura del clown ritratta solo a metà; ed è un ritratto della società del tempo, che vedeva nel circo una delle principali attrazioni.

Henri de Toulouse-Lautrec (1864-1901), Al circo Fernando: cavallerizza, 1888, Art Institute, Chicago


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