Nel 1911 Mondrian si è appena trasferito a Parigi. La scena artistica cittadina vede schierate correnti artistiche opposte e contrastanti – come il post-impressionismo, il fauvismo, l’espressionismo, il futurismo ed il cubismo – che offrono, oltre a stili completamente differenti, una diversa visione del mondo.
Mondrian è attratto dalla poetica del cubismo, dal rigore della pratica della scomposizione e dall’attività di decodifica del mondo, perché è alla ricerca di un percorso che permetta la conoscenza della realtà assoluta.
Durante la fase cubista, qui rappresentata dalla Natura morta con vaso di zenzero II, Mondrian si rende conto: «gradatamente che il cubismo non traeva le conseguenze logiche delle sue stesse scoperte; non sviluppava l’astrattismo fino alla sua ultima meta: l’espressione della realtà pura».
Un panciuto e azzurro vaso di zenzero signoreggia in mezzo a linee che si spezzano e che si ricompongono.
Piet Mondrian (Amersfoort, 7 marzo 1872 – New York, 1º febbraio 1944), Natura morta con vaso di zenzero II, 1911-12, olio su tela, Solomon R. Guggenheim Museum, New York
Sull’elaborazione del linguaggio neoplastico di Mondrian, si può leggere l’articolo nell’Aula di lettere di Zanichelli “Piet Mondrian, la razionalità della pittura” .
