Come poteva un banchiere fiorentino, sensale per l’Arte del Cambio, arricchitosi con la finanza che sconfinava sempre con la pratica dell’usura, in un colpo solo celebrare i propri protettori, dare lustro alla famiglia, e sgravarsi la coscienza dai peccati veniali per apparire un buon cristiano?
Se ti chiami Gasparre del Lama (1409-1481), le tue mosse sono:
edificare una cappella di famiglia nella basilica di Santa Maria Novella;
dedicarla all’Epifania, e scegliere come tema della pala d’altare l’”Adorazione dei Magi” per celebrare il Re di cui porti il nome;
affidare la commissione a Sandro Botticelli, che in quegli anni era l’enfant prodige della scena artistica fiorentina;
e proporre di raffigurare nel ruolo dei Magi e nel variopinto corteo tutto l’establishment, politico e letterario, della corte dei Medici.
In occasione dell’Epifania, era infatti già una loro usanza percorrere le vie di Firenze in corteo, inscenando una sacra rappresentazione che li vedeva nelle vesti dei re dell’Oriente.
Sul lato destro, Gasparre, capelli argentei e veste azzurra, ci guarda, per sapere se abbiamo capito tutto.
Anche Sandro Botticelli, ammantato di giallo dorato e compiaciuto dell’opera, che inaugura una visione del tema frontale tra ali di folla, ci guarda dall’angolo destro del dipinto.
Sandro Botticelli, Adorazione dei Magi, 1475 circa, tempera su tavola, Firenze, Galleria degli Uffizi
