La prima esposizione monografica su Egisto Lancerotto (Noale, 21 agosto 1847 – Venezia, 31 maggio 1916), in occasione del centenario della morte, ha restituito all’artista noalese una giusta collocazione nel panorama pittorico della pittura veneta a cavallo tra Otto e Novecento.
Trascorsa l’infanzia a Noale, si trasferisce con la famiglia a Venezia. Qui frequenta l’Accademia di Belle Arti, acquisendo la pratica pittorica da artisti di compiuta esperienza (Napoleone Nani, Michelangelo Grigoletti e Pompeo Molmenti), che indirizzano il suo stile verso un energico verismo aggiornato da accenti dinamici del colore, secondo i modi del più talentuoso e famoso Giacomo Favretto.

In periodo post-unitario la grande tela L’assedio di Firenze gli assegna un meritato riconoscimento a inizio carriera. Il suo stile si esalta compiutamente nelle scene di vita quotidiana veneziana, e nelle scene di vita mondana con un’acuta interpretazione verista come si ammira nella vena schietta, fresca e popolaresca de La regata a Venezia; nell’attenzione agli intrecci sentimentali e familiari della Felicità materna e nelle scene di corteggiamento, complici e seduttive; nei silenti e maliziosi ritratti femminili.

Straordinariamente moderno il suo trittico Scuola di pittura che illustra un atelier tutto al femminile, un sensibile spaccato della società del tempo.

Con buon successo di pubblico, critica e commissioni espone negli anni ’80 alle grandi mostre di Milano, Torino, Venezia, Verona. Per qualche anno ricopre l’incarico di assistente ai corsi di pittura all’Accademia di Venezia, dove aveva un proprio studio, successivamente trasferito al Lido, e, pur mantenendo Venezia come centro dei suoi interessi, partecipa alle esposizioni di Firenze, Roma, Genova, Bologna, e Ferrara, e sul versante internazionale all’esposizione Universale di Parigi (1878, 1889), Anversa (1885), Londra (1884, 1888), Nizza e Monaco di Baviera. Adeguandosi alle richieste di una committenza piuttosto tradizionale, Lancerotto tende negli anni a ripetere soggetti, scene e atteggiamenti, rendendo un po’ stanca la sua produzione.

La partecipazione alla Biennale di Venezia del 1897 lo colloca tra i comprimari della pittura lagunare di fine del secolo, e lo mette in contatto con le nuove istanze delle avanguardie, da cui Lancerotto trae ispirazione per le tele dell’ultimo periodo della sua vita, improntate a un simbolismo e divisionismo del tutto personale.

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Info esposizione Villa Pisani

a cura di Monica Pregnolato e Camillo Tonini
7 aprile- 25 giugno 2017
Villa Pisani a Stra (Ve)
