Eugène Boudin, il pittore “re dei cieli”


Ha preso la matita, ha preso il pennello e senza altre lezioni che un talento meraviglioso e una volontà testarda, è diventato un pittore, ma un pittore creativo, un pittore con la propria individualità e originalità.
(Società degli amici dell’arte di Le Havre)

Boudin, Eugene Louis; Port d’Honfleur; Southampton City Art Gallery; http://www.artuk.org/artworks/port-dhonfleur-17330

Umile, perennemente insoddisfatto di sé e sempre pronto a esaltare il talento dei colleghi, Eugène Boudin (Honfleur, 12 luglio 1824 – Deauville, 8 agosto 1898) era figlio di un marinaio e ha trascorso la giovinezza a Le Havre, fissando nei ricordi il trafficato andirivieni di velieri e di navi del porto come un paesaggio familiare.
Inizia a lavorare come tipografo e negoziante di cornici, ma quando a vent’anni incontra Jean-François Millet et Thomas Couture, affermati artisti del tempo, ascolta il loro suggerimento e lascia il commercio per diventare pittore.
Grazie a una borsa di studio del Comune di Le Havre, nel 1850 può soggiornare a Parigi per studiare al Louvre, dove si forma copiando i capolavori degli antichi maestri.
Dal 1855 trascorre il periodo invernale a Parigi mentre le estati in Normandia e Bretagna.

Spiaggia a Trouville

Negli anni ’60 incontra l’apprezzamento di Charles Beaudelaire e di Gustave Courbet, il padre del realismo in pittura.
In questi anni assiste al sorgere il fenomeno delle vacanze negli stabilimenti balneari che diventavano facilmente raggiungibili grazie al recente collegamento ferroviario. E Boudin ritrae questo nuovo rito sociale. Mette in scena nelle sue spiagge dipinte figurette sbozzate che passeggiano o sostano in spiaggia per i “bagni di sole”. Signore compite in crinoline conversano tra il frusciare delle vesti accarezzate dalla brezza, orientano il parasole all’ombra delle cabine e guardano l’orizzonte mentre nell’ampio cielo scorrono veloci pallide nuvole.
Il nuovo soggetto incontra il favore della critica e del pubblico borghese e aristocratico che vi si riflette come in uno specchio.

Concerto al Casino di Deauville

Nel decennio successivo viaggia tra le Fiandre, i Paesi Bassi, la Francia meridionale e l’Italia. Nel 1874 partecipa alla prima esposizione di pittori impressionisti nello studio del fotografo Felix Nadar. Boudin infatti affronta il tema della natura e del paesaggio dando ascolto ad una sensibilità nuova, che mette le basi per la straordinaria rivoluzione degli impressionisti.

Mare mosso a Deauville

Il nuovo astro della pittura, Claude Monet, inizia a dipingere all’aperto proprio grazie all’influenza di Boudin, e con grande riconoscenza, dirà del maestro:

Se sono diventato un pittore,
è a Boudin che lo devo
perché egli mi ha insegnato a vedere e capire.

I suoi cieli corsivi, di ampio respiro, filati di nuvole, densi di cumuli e gonfi d’aria fino ad occupare quasi la metà della tela, riprendono la tradizione pittorica dei paesaggisti olandesi del Seicento e la piegano con nuova sensibilità. L’entusiasmo nel ritrarre la natura nel divenire delle mutazioni luminose e atmosferiche gli vale da parte di J. B. Camille Corot il soprannome del “Re dei cieli”.

Spiaggia a Deauville

Nonostante le difficili condizioni economiche, Boudin continua a trascorrere gli inverni nel Sud della Francia per dipingere all’aria aperta. Ma durante l’estate del 1898 è a Parigi, quando sente che la vita lo sta abbandonando, e chiede agli amici passare gli ultimi momenti di fronte al mare. Trasportato a Deauville, prima di spegnersi riesce ancora a cogliere gli ultimi splendori della luce.


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